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13.06.2025 - Europe Direct

Elsa Fornero a Cuneo: Welfare, Europa e futuro

Lunedì 9 giugno, nella Sala d’Onore del Comune di Cuneo, si è tenuto un momento di riflessione pubblica sui temi del welfare, delle politiche sociali e del futuro dell’Unione Europea. L’incontro, inserito nel ciclo di eventi organizzati dal Comune di Cuneo in collaborazione con il Centro Europe Direct e dedicati alla competitività in ambito europeo, ha visto come protagonista Elsa Fornero, economista e professoressa emerita di Economia Politica presso l’Università di Torino, e Ministra del Lavoro e delle Politiche Sociali nel governo Monti (2011–2013). A moderare il dibattito è stato Franco Chittolina, vicepresidente e fondatore di APICEUROPA, con alle spalle un’esperienza lavorativa di oltre vent’anni nelle istituzioni europee.

L’incontro è cominciato ricordando l’articolo 3 del Trattato sull’Unione europea, che delinea l’Europa come uno spazio fondato su uno sviluppo sostenibile e un’economia sociale di mercato competitiva, orientata alla piena occupazione e al progresso sociale. Tuttavia, la professoressa ha sottolineato come questi obiettivi siano stati messi a dura prova nell’ultimo periodo da diversi eventi globali socio-politici e non solo, primo tra tutti la pandemia, ma anche la crisi energetica, la guerra in Ucraina, il conflitto in Medio Oriente e l’instabilità politica generale, che hanno generato uno stato di profonda recessione.

La Professoressa Fornero ha ripercorso brevemente la genesi dell’Unione europea, nata come risposta concreta alle macerie della Seconda Guerra Mondiale. Non si trattava di un sogno astratto, bensì di un’ “Unione pratica”, avviata con la CECA (Comunità Europea del Carbone e dell’Acciaio), per dimostrare che la ricostruzione poteva e doveva essere un processo condiviso. La costruzione di un’Europa unita si è poi basata su tre pilastri fondamentali: democrazia, mercato libero e diritti sociali. La democrazia, ha ricordato, non è un concetto astratto o perfetto, ma va difesa nelle sue molteplici forme, contro ogni deriva autoritaria, poiché un’ “Europa che non si basa sulla democrazia non è Europa”. Inoltre il mercato, pur basato sulla libertà individuale, ha bisogno di una regolazione pubblica che assicuri inclusione e giustizia. È proprio in questo contesto che nasce il concetto di Welfare, ossia lo strumento per tradurre in realtà i diritti sociali e offrire protezione a chi ne ha bisogno.

La Professoressa, rispondendo a una domanda di Chittolina, ha parlato delle debolezze strutturali che caratterizzano l’Unione europea nell’economia sociale, quali: una politica fiscale frammentata e risorse che appaiono insufficienti soprattutto di fronte alle nuove richieste in ambito militare o sanitario. Bisogna, inoltre, mettere in conto che il benessere individuale di ciascun cittadino non deriva solo dal proprio reddito, ma anche dai servizi pubblici che riceve, finanziati con la tassazione gestita da un sistema proporzionale alla ricchezza dei singoli.

Un passaggio particolarmente incoraggiante è stato quello dedicato ai giovani, durante il quale l’economista ha sottolineato il valore della mobilità giovanile all’interno dell’Unione e delle esperienze di studio condivise, che contribuiscono a creare una nuova identità europea. Il compito del Welfare diventa quindi primario nella costruzione di un futuro che possa donare fiducia alle nuove generazioni, adottando soluzioni di politiche attive per contrastare il fenomeno dei NEET (giovani che non studiano né lavorano), misure di sostegno alla disoccupazione, riforme per un sistema pensionistico oggi in crisi per via del calo demografico.

Un altro concetto ampiamente sviluppato da parte della Professoressa è stato quello dei “dazi interni” che l’Unione imporrebbe agli stati membri come insieme di regole e limiti a discapito della competitività. Sottolinea però come questi non siano una zavorra per la crescita, bensì uno strumento che le istituzioni utilizzano per gestire in maniera uniforme le operazioni che i singoli governi compiono, rafforzando il concetto di unità e collaborazione.

Il pubblico ha avuto la possibilità di porre delle domande alla Professoressa, sollevando interrogativi forti, tra cui la crescente sfiducia nei confronti dei pilastri del welfare italiano (INPS, sanità pubblica, scuola) e la fuga all’estero di molti giovani. La Fornero ha risposto con realismo ma anche con una forte chiamata alla responsabilità collettiva: la produttività si alza solo con investimenti in istruzione e ricerca, non con sussidi improduttivi.

In chiusura, ha portato una riflessione che ha raccolto il senso profondo dell’incontro: “Non rinuncio. E spero di non avervi dato l’impressione di qualcuno che si arrende. Non rinunciate neanche voi. Solo così, tutti insieme, potremo migliorare le cose.”

La Fornero ha quindi ribadito la profonda fiducia verso l’unità europea, rivolgendosi con un appello appassionato a credere ancora nell’Europa, come comunità di destino e di solidarietà.

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