Più di tre quarti dei cittadini esprimono una forte preoccupazione per l’ambiente, considerando il suo effetto diretto sulla loro quotidianità: questo è quanto emerge da un sondaggio Eurobarometro sugli atteggiamenti dei cittadini dell’UE rispetto all’ambiente.
L'indagine è stata condotta tra il 6 marzo e l'8 aprile 2024, nei 27 Stati membri dell'UE, su un campione di 26.346 intervistati. In seguito è stata pubblicata durante la conferenza annuale della Settimana verde dell'UE "Verso un'Europa resiliente all'acqua" organizzata a Bruxelles il 29 e 30 maggio.
Il 78% degli europei afferma che le questioni ambientali hanno delle conseguenze dirette sulla loro vita quotidiana e sulla loro salute. L’84% ritiene fondamentale la legislazione ambientale dell'UE, al fine di proteggere l'ambiente nel loro paese. Questi risultati sono quasi identici a quelli dell'ultima indagine condotta nel 2019, per cui si evidenzia la continua pertinenza della politica ambientale dell'UE.
In quanto ai costi dell’inquinamento, il 92% degli europei afferma che le imprese dovrebbero pagare i costi per ripulire il loro inquinamento, mentre il 74% ritiene che dovrebbero essere le autorità pubbliche a incaricarsi delle spese.
Il primo aspetto riguarda le preoccupazioni per l’inquinamento e la scarsità dell’acqua. Il 78% degli intervistati è favorevole a proporre maggiori misure dell'UE per affrontare le questioni legate all'acqua. L'inquinamento e il consumo eccessivo di acqua sono considerati le due principali minacce nazionali legate all'acqua. Spagna, Cipro e Malta sono alcuni dei paesi frequentemente colpiti dalla siccità. Inoltre, la maggioranza degli intervistati ritiene che nessuno dei settori più rilevanti, come l'industria, i produttori di energia, il turismo o l'agricoltura, si stia impegnando abbastanza per un uso efficiente dell’acqua.
Inoltre, si considera il sostegno all’economia circolare e al ripristino della natura, temi cruciali per affrontare i problemi ambientali. Si denota una disponibilità verso un comportamento più sostenibile dei consumatori, con quasi sei intervistati su dieci disposti a pagare di più per prodotti sostenibili, più facili da riparare, riciclabili e/o prodotti in modo sostenibile dal punto di vista ambientale. In quanto all'economia circolare e per una riduzione della quantità di rifiuti, risultano efficaci una corretta raccolta differenziata e l’utilizzo di imballaggi riutilizzabili. Inoltre, al fine di ridurre gli sprechi, oltre il 40% degli intervistati acquisterebbe soprattutto prodotti in confezioni riciclate. Il problema maggiore è dato dai rifiuti di plastica e chimici, rispettivamente dal 35% e dal 34% degli intervistati.
Per quanto riguarda l’impatto delle sostanze chimiche nocive, la preoccupazione si riscontra nell’84% degli europei. Rispetto Ai PFAS ("sostanze chimiche per sempre”), l'81% degli intervistati esprime preoccupazione per il loro potenziale impatto sulla salute e l'84% per gli effetti di tali sostanze chimiche sull'ambiente. Ne consegue che la protezione ambientale dell'UE dalle sostanze chimiche pericolose è considerata troppo bassa.
In riferimento all’indagine, Virginijus Sinkevičius, commissario per l'Ambiente, gli oceani e la pesca, ha dichiarato: "I risultati di questa indagine confermano l'importanza che le politiche verdi rivestono nella vita quotidiana degli europei. Sono incoraggiato nel vedere questo forte sostegno ad azioni che vanno dallo sviluppo dell'economia circolare al ripristino della natura, al centro del Green Deal europeo. È anche chiaro che i cittadini pensano che ci sia ancora molto lavoro da fare per proteggere l'ambiente, soprattutto in settori come la sicurezza chimica e la resilienza idrica".
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