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07.04.2023 - Europe Direct

La Commissione europea adotta delle misure per contrastare il greenwashing

La Commissione europea ha proposto dei criteri per combattere il greenwashing, vale a dire l’ecologismo di facciata. Questa è una strategia comunicativa usata dalle imprese per costruirsi un’immagine ecologica positiva ingannevole, per distogliere lo sguardo dei consumatori dagli effetti negativi che una certa società riversa sull’ambiente. Da uno studio svolto dalla Commissione nel 2020 è emerso che il 53,3% delle asserzioni ambientali esaminate nell'Unione europea erano imprecise, fuorvianti o infondate mentre il 40% erano del tutto inconsistenti. Tutto ciò è dovuto alla mancanza di norme comuni per le aziende, poiché quest’ultime presentano delle autodichiarazioni ambientali volontarie e di conseguenza si creano condizioni di disparità nel mercato dell'UE a scapito delle imprese realmente sostenibili.

La proposta odierna, la quale include anche quella di marzo 2022, si assicura che le autodichiarazioni esplicite, come ad esempio: "T-shirt realizzata con bottiglie di plastica riciclata", "consegna con compensazione di CO2", "imballaggio in plastica riciclata al 30%" o "protezione solare rispettosa degli oceani", siano verificate e controllate. Questo permette di contrastare l’aumento della creazione di nuovi marchi ambientali pubblici e privati in modo tale da non generare sfiducia nei consumatori. Infatti i nuovi sistemi pubblici di etichettatura dovranno essere sviluppati a livello UE, mentre quelli privati dovranno ottenere una approvazione preventiva.

La proposta della Commissione concretizza un impegno importante nel quadro del Green Deal europeo, il quale illustra le strategie per far sì che l’Europa sia il primo continente ad avere un impatto climatico pari a zero entro il 2050. Infatti questa proposta fa parte del terzo pacchetto di un progetto sull’economia circolare. Il primo consisteva in una progettazione ecocompatibile dei prodotti sostenibili, il secondo, invece, nella regolamentazione degli imballaggi e i rifiuti biodegradabili.

Il prossimo passo sarà sottoporre la proposta di direttiva sulle autodichiarazioni ambientali all’approvazione del Parlamento europeo e del Consiglio.

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