Grazia Gallo, Lorella Lion, Romina Mandrile, Corrado Odifreddi, Claudio Signanini
A cura di Enrico Perotto
Dal 9 gennaio all’8 febbraio 2015
Palazzo Samone, via Amedeo Rossi 4 - Cuneo
Inaugurazione: venerdì 9 gennaio 2015, ore 18
Lettura del testo critico Germano Giordanengo (attore)
Orari: sabato dalla 17.00 alle 19.30;
domenica dalle 10.30 alle 12.30 e dalle 17.00 alle 19.30
Ingresso libero
Catalogo in Mostra
Con il Patrocinio del Comune di Cuneo
L’esposizione si rivolge alla cittadinanza cuneese, agli appassionati d’arte e ai visitatori incuriositi di passaggio in città, allo scopo di offrire una nuova occasione di conoscenza dei frutti della creatività di cinque artisti cuneesi, i cui nomi ricorrono in numerose mostre personali e collettive che ne hanno consolidato il profilo artistico con riscontri favorevoli di pubblico e di critica. Grazia Gallo, Lorella Lion, Romina Mandrile, Corrado Odifreddi e Claudio Signanini, ciascuno secondo la propria linea espressiva e le proprie scelte tematiche, proporranno quindi una significativa testimonianza del loro lavoro pittorico più recente. Il pubblico avrà così la possibilità di avvicinare opere incentrate sulla libera convergenza di cinque visioni di linee, forme, materie e colori, sospese tra raffinate stratificazioni di dissolvenze cromatiche, ricomposte dal fluire di linee occasionali in libere costruzioni geometriche o in immagini antropomorfe (Gallo); tra superfici di carte lavorate in apparenza come antiche pitture murali, su cui si delineano corpi aggettanti di misteriosi elementi fantasiosi, appartenenti a un vissuto naturale e umano emozionante (Lion); tra implicanze estetiche di un discorso amoroso al femminile, in cui la figura umana, definita da linee e colori puri e bidimensionali, partecipa con il mondo vegetale alla ricerca affettiva degli ideali di bellezza primigenia della donna e del mondo (Mandrile); tra superfici astratte monocromatiche dalle tonalità calde, al cui interno scorrono ondeggianti correnti di materia opalina, che si dirada o si addensa al centro come sostanza luminosa su cui lo sguardo scorre, immergendosi in suggestioni di profondità spaziale (Odifreddi); e tra la figurazione e l’astrazione informale intrisa di pigmenti grumosi dalle tonalità forti o delicate, che impastano e graffiano i percorsi di viaggio, sia tragici che sereni, nell’anima primordiale della donna (Signanini).