Mercoledì 27 novembre alle ore 9 la Giunta Comunale si riunirà nella “Sala del Consiglio” del Museo Diocesano San Sebastiano, sala che in passato fu utilizzata per le riunioni del Consiglio della Confraternita.
«L’idea – dichiara il Sindaco di Cuneo Federico Borgna – è di organizzare delle riunioni di Giunta nei principali luoghi di cultura della città, per sottolineare la vicinanza dell’Amministrazione al tema della cultura. Sono convinto infatti che vivere questi spazi e respirare la loro atmosfera sia il modo migliore per coglierne appieno l’importanza. Per questo abbiamo accolto con favore l’invito della Fondazione San Michele. Prossimamente ci riuniremo in altri importanti spazi cittadini, come il Museo Casa Galimberti, San Francesco o il Museo Civico, per proseguire in questo percorso di avvicinamento e di valorizzazione del patrimonio culturale del nostro comune.»
IL MUSEO DIOCESANO SAN SEBASTIANO OSPITA LA GIUNTA COMUNALE
Ad un anno dalla sua inaugurazione, caratterizzato da molti visitatori e da attività didattiche, mostre ed iniziative di successo, Il Museo Diocesano San Sebastiano apre le porte agli amministratori cuneesi ospitando nella sua “Sala del Consiglio” la Giunta Comunale di mercoledì 27 novembre.
Il Museo si trova in Contrada Mondovì, nel suggestivo centro storico. L’allestimento è incentrato quasi completamente su opere di pertinenza del complesso di San Sebastiano. “Museo diocesano San Sebastiano”, dice fin dall’intitolazione il suo carattere di “tutto” (il territorio e la sua interpretazione) in rapporto con ciascun “frammento” (il museo, gli oggetti, le storie, gli avvenimenti ecc.), superando da subito quella “crisi” che il museo sancisce nei confronti di un’opera d’arte che in realtà è un’opera artistica, storica e spirituale assolutamente contestualizzata e per sua natura interpretativa e non soltanto da interpretare. Il museo, collegato ad un’altra serie di “frammenti” significativi (il complesso monumentale di San Francesco, il museo dell’abbazia di San Dalmazzo), contribuisce a rileggere ed interpretare il nostro passato ed il nostro presente.
Il percorso proposto passa attraverso le devozioni dell’antica Confraternita (cioè il percorso di Fede attraverso i secoli di un gruppo di persone legate ad uno specifico servizio ed espresso attraverso gli oggetti artistici legati all’uso) e racconta così un pezzo significativo di spiritualità, di storia e di società.
«Nella Sala del Consiglio – dice la dottoressa Laura Marino conservatore e responsabile dei servizi educativi del Museo – si sono per secoli riuniti i confratelli per condividere e far fronte ai problemi della città. Un luogo vivo e ricco di storia fatta dai cuneesi per i cuneesi».
«Siamo felici di questa iniziativa – commenta Don Luca Favretto direttore del Museo e dell’ufficio BCE della Diocesi di Cuneo – che percepiamo come un segno di attenzione e stima da parte degli amministratori comunali».
LA SALA DEL CONSIGLIO
La sala fu utilizzata, come previsto, sia per le riunioni del Consiglio della Confraternita sia come archivio: funzione, quest'ultima, che ha mantenuto sino a pochi anni fa.
Il Consiglio della Confraternita di San Sebastiano stabilì, nella seduta del 31 aprile del 1730, la “fabrica d'una nuova sacrestia […] ma anche di costruhirvi una stanza che serva di Consegliaria, e dove con sicurezza possin servarvi le scritture” Dall' anno successivo si procedette pertanto con i lavori, che comprendevano un sostanziale rifacimento della zona del coro e che durarono sino al decennio successivo: la stanza del Consiglio venne edificata sopra la sacrestia, e ad essa si poteva accedere attraverso una scala in pietra che risultava già realizzata nel 1731.
Lo stato di incuria generale dell' edificio aveva causato un evidente degrado del locale, dovuto soprattutto ad infiltrazioni di acqua piovana avvenute sin dagli anni 1970, che ne avevano danneggiato pesantemente il soffitto e il mobilio: i lavori di restauro svolti a partire dal 2001 hanno permesso di recuperare l'aspetto originale che la stanza aveva nel XIX secolo. L'ambiente è costituito da un semplice pavimento in cotto e la carta da parati a righe e fiorellini bianchi e blu che richiama nella cromia il soffitto, decorato da un finto cornicione e medaglioni a grisaille nei quali si inseriscono frecce e faretra come simboli iconografici di San Sebastiano. L'arredo, concepito secondo il gusto tipicamente borghese dell' epoca, contribuisce a creare un'atmosfera intima e quasi domestica, con le ampie poltrone in pelle in stile vittoriano e il massiccio armadio in noce posto lungo la parete d'ingresso, in cui trovavano posto i documenti dell' archivio. Sulla parete di fondo, accanto alla grande stufa in maiolica, un altro richiamo alle frecce di San Sebastiano nella portina che chiude il caminetto in marmo. Tra le suppellettili si notano le campane di vetro con fiori, altro elemento caratteristico dell' arredo ottocentesco; i ritratti di alcuni confratelli tra i secoli XVIII e XX, tra i quali i coniugi Grosso e lo Scotto, e Angelica Lingua di Mosso, figlia di uno dei maggiori benefattori della Confraternita.