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02.10.2013 - Stampa e Comunicazione

Sognando Il Festival della Montagna di Cuneo

Tre iniziative propedeutiche al ritorno del Festival della Montagna a Cuneo

1-“Valadas Occitanas Gents”

Mostra fotografica a cura di Giorgio Burzio. Trenta gigantografie esposte a Palazzo Samone a testimonianza di un viaggio nelle valli Maira, Varai, Po, Queyras e Ubaye. Le immagini in bianco e nero risalgono a trent’anni or sono. Alla mostra è legato anche l’omonimo libro “Valadas Occitanas Gents”, realizzato da Giorgio Burzio con l’introduzione di Annibale Salsa ed il contributo di Fredo Valla, pubblicato nel 2009 da l’Artistica Editrice. Scopo del libro e della mostra è lasciare ai posteri una memoria fotografica di chi ha abitato le nostre montagne.
Orari mostra: 10,11,12,13 ottobre e 17, 18, 19, 20 ottobre dalle 17 alle 19.30 – Palazzo Samone
Inaugurazione mostra: Giovedì 10 ottobre h. 17 Palazzo Samone

2-“Ritratti da parete” - Presentazione del libro di Alberto Gedda e Roberto Mantovani
Venerdì 18 ottobre h. 18 Salone d’Onore Comune di Cuneo

80 interviste scelte tra quelle trasmesse nel programma “Tgr Montagne”. Gli autori sono Alberto Gedda, redattore del programma, rubrica della Testata Giornalistica Regionale della Rai, e Roberto Mantovani, giornalista e alpinista. Il climatologo Luca Mercalli ha firmato la postfazione del volume, mentre Battista Gardoncini (curatore di Tgr Montagne) ne ha scritto la prefazione.
In sei capitoli – contrappuntati dalle vignette dell’umorista Gianni Audisio – sono proposte storie, testimonianze, emozioni di alpinisti (Bonatti, Messner, Maestri, Meroi e Benet, Diemberger, Barmasse, Metzeltin, Mondinelli, De Stefani, Moro…), scrittori (Bocca, Maraini, Sgorlon, Oggero, Zanzotto, Grande, Perissinotto, Longo…), sportivi (Belmondo, Galliano, Dematteis, Mariotta, Ghidoni, Chouinard…), musicisti (Ughi, Accardo, Brunello, Castelnuovo, Gianco, Berardo, Van de Sfroos ..). Ma anche registi (Olmi, De Seta, Diritti, Valla, Panzera, Gastinelli e Pellegrino …), intellettuali come lo storico Alessandro Barbero, il critico Philippe Daverio, l’antropologo Marco Aime, l’organizzatore Alessandro Anderloni; i giornalisti Claudio Sabelli Fioretti e Leonardo Bizzaro. E anche fumettisti: Sergio Bonelli, Bruno Bozzetto e Milo Manara.
Le interviste sono riportate in forma diretta immediata, parlata e non letteraria: ognuna è preceduta da un particolare ritratto del personaggio, realizzato dalla matita di Giorgio Lusso e da una scheda biografica.

3-Proiezione film documentari
a cura di Sandro Gastinelli e Marzia Pellegrino
Domenica 20 ottobre h. 21 Cinema Monviso 

 “Piccola terra” (Italia, 2012), di Michele Trentini – durata 54’Valstagna, Canale di Brenta, Vicenza. Su piccoli fazzoletti di terra un tempo coltivati a tabacco si gioca il destino in controtendenza di personaggi molto diversi tra loro, ma tutti impegnati nel dare nuova vita a un paesaggio terrazzato per lo più in stato di abbandono. Da chi rimane aggrappato con ostinazione e orgoglio all’antico podere di famiglia a chi decide di lasciare il posto di operaio presso una cava per ritrovare se stesso, fino a chi, venendo dal mondo urbano, decide di prendersi cura di campi e muri a secco grazie a un innovativo progetto di adozione e a chi, originario del Marocco, coltiva invece il sogno dell’integrazione per i propri figli.

“Come la luce differita delle stelle. Una memoria del Vajont tra Erto, Casso e Spoon River " (Italia, 2013) di Manuele Cecconello – durata 37’
L’idea del film prende avvio dalla cerimonia notturna che gli sfollati di Erto e Casso – i deportati del Vajont – insieme ai parenti dei defunti celebrano la notte del 9 ottobre di ogni anno. Nelle frazioni limitrofe, lungo le aree di sedime delle case distrutte dall’onda, vengono accesi lumini, uno per ciascuno degli scomparsi. Viene lasciata una luce – anche una lampadina – accesa nelle case “perché i morti escono dal cimitero e tornano a casa”. Le immagini si concentrano sui luoghi occupati fino a quella notte da case, stalle e fienili. L’ondata rase al suolo quelle costruzioni di cui oggi rimangono le tracce in pianta: la marmiglia dell’ingresso, le tessere in cotto della cucina, gli esagoni giallo e rosso scuro del soggiorno e le piastrelle chiare dei bagni.
“Come la luce differita delle stelle” è una riflessione poetica per suoni e immagini sulla memoria del Vajont, a cinquant’anni dalla tragedia.

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