Accoglienza stagionali e braccianti agricoli

L’apporto del lavoro di persone migranti e di origine immigrata in agricoltura è un fenomeno importante a scala europea e nazionale, ma particolarmente rilevante in provincia di Cuneo, anche in virtù del peso che il settore ricopre sul sistema produttivo e sul mercato.
La provincia di Cuneo produce circa il 40% dei beni e servizi agricoli regionali e impiega quasi la metà dei braccianti agricoli a livello regionale. Basterebbe questo dato per dare l’idea di quanto ogni cambiamento produttivo del settore agricolo cuneese influenzi inevitabilmente l’economia e le condizioni sociali del territorio.
Si tratta di una tematica complessa e varia, strettamente legata ai cambiamenti che la provincia sta attraversando, sia dal punto di vista della scelta dei prodotti agricoli e dalle aziende impegnate nel settore, sia dal punto di vista delle sfide che l’arrivo, la presenza e la permanenza di manodopera straniera pone al territorio. Una presenza variegata, in cui coesistono, a seconda degli ambiti di inserimento, migranti stagionali circolari di breve periodo, migranti stagionali di lungo periodo e lavoratori permanenti che si sono inseriti in modo stabile sul territorio, spesso dando vita a iniziative imprenditoriali.
Se consideriamo il territorio piemontese, la provincia di Cuneo presenta dei caratteri di assoluto rilievo rispetto alla presenza di lavoratori stranieri in agricoltura: si tratta dell’area che più contribuisce ai beni e servizi agricoli prodotti a livello regionale, grazie soprattutto a un tessuto imprenditoriale agricolo particolarmente sviluppato. Secondo una recente analisi della Coldiretti, quella cuneese è la quinta provincia italiana per numero di lavoratori stranieri occupati in agricoltura (Idos, 2018). Di questi, una parte si è inserita in modo stabile e permanente sul territorio, mentre altri fanno ritorno nella provincia seguendo il ciclo di lavoro stagionale, specialmente in seguito al progressivo venire meno del contributo di alcune componenti tradizionali della forza lavoro stagionale locale.
Nel 2023, ad esempio, sono stati oltre 180 i lavoratori impiegati nel distretto della frutta che hanno gravitato sulla città di Cuneo. Per fornire a questi lavoratori stagionali un’adeguata accoglienza, in città si è costituita, ormai da alcuni anni, una rete di attori e soggetti che fanno sinergia per strutturare un sistema coordinato e soprattutto funzionale.
Fare sinergia per strutturare l'accoglienza
Per monitorare i numeri, per sostenere la sistemazione e l’integrazione di coloro che arrivano senza la chiamata delle aziende e un contratto di lavoro, per evitare fenomeni di bivacco, ma anche per intercettare situazioni di sfruttamento e caporalato, il Comune di Cuneo ha lavorato per costruire una rete territoriale finalizzata alla definizione di un “sistema integrato di interventi” per l’accoglienza degli stagionali.
Anche per quest’anno è stato siglato un protocollo tra Prefettura di Cuneo, Regione Piemonte, Provincia, Comuni, Associazioni datoriali di categoria lavoro agricolo e Organizzazioni sindacali per l’attivazione di un sistema integrato di interventi per l’accoglienza dei migranti stagionali. Il protocollo, firmato il 12 aprile 2024, impegna i Comuni ad organizzare luoghi di ospitalità per i senza fissa dimora, raccordando la rete di servizi presenti sul territorio (mensa, centri diurni, dormitori…).
Di conseguenza, anche a Cuneo i servizi sono stati organizzati da un “tavolo istituzionale”, governato dal progetto comunale “L’accoglienza dei migranti stagionali della frutta – 2024” e dal relativo protocollo d’intesa, di cui fanno parte il Comune, il Consorzio Socio Assistenziale del Cuneese (CSAC), la Caritas diocesana di Cuneo, la Croce Rossa Italiana di Cuneo, il Polo “.Meet” e Open House Impresa Sociale Srl ETS.
Dal punto di vista operativo, l’accoglienza è così strutturata:
- Fulcro del sistema è l’ Info Point, luogo di primo filtro, che ha il compito di registrare le persone, fornire informazioni di base sulle opportunità abitative del territorio, collocare le persone nelle accoglienze diffuse, favorire la mediazione con i servizi pubblici, offrire consulenze specifiche in ambito amministrativo, legale e sindacale. Lo sportello fisso sarà affiancato da uno sportello itinerante con ruolo di antenna e orientamento, capace di raggiungere anche quella fascia di persone che difficilmente si rivolgono spontaneamente ai servizi. Lo sportello fisso è nella sede di “. Meet” (via Leutrum, 7), quello itinerante si muove tra il dormitorio Croce Rossa, la mensa Caritas “Claudio Massa” e la stazione ferroviaria. Gli sportelli sono a disposizione dei lavoratori stagionali con contratto regolare, ma senza possibilità di alloggio presso il datore di lavoro, e di quelli in cerca di occupazione. Tutte le informazioni raccolte dall’Info Point convergeranno in una banca dati comune, accessibile da tutti gli attori coinvolti nel progetto. A gestire l’Info Point c’è un’apposita équipe multi-disciplinare e professionale.
- L’accoglienza abitativa funziona su due livelli: una prima accoglienza, presso il dormitorio gestito dalla Croce Rossa Italiana (ex Caserma Piglione, via Bongioanni 20, Cuneo) con cinquantadue posti, di cui quaranta per i potenziali braccianti agricoli. Una seconda accoglienza, o accoglienza diffusa, che offre la possibilità di alloggio presso abitazioni private individuate dall’Amministrazione e dai soggetti partner. Per questa tipologia, i posti complessivi sono venticinque.
Per quanto riguarda i lavoratori stagionali contrattualizzati e ospitati dai datori di lavoro, avranno la possibilità di usufruire di servizi complementari (es. formazione linguistica), per favorire l’integrazione al più alto livello possibile.
La copertura economica del progetto è garantita in parte dalle quote a carico dei lavoratori contrattualizzati ospitati e dei loro datori di lavoro, in parte da risorse comunali, in parte dal contributo della Regione Piemonte attraverso il progetto “Common ground - Azioni interregionali di contrasto allo sfruttamento lavorativo e di sostegno alle vittime” finanziato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali che, oltre a sostenere le spese, garantisce il presidio delle accoglienze, e ha come capofila la cooperativa sociale Momo.
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