La lapide di Gasparre Malopera

La lapide sepolcrale e celebrativa del cavaliere gerosolimitano Gasparre Malopera fu dedicata dai fratelli Claudio e Giorgio e reimpiegata nel 1678 dalle famiglie Mocchia e Malopera, unite in matrimonio. L’opera di proprietà civica è in marmo scolpito e inciso, si data fra il 1547 e il 1678 d.C., occupa uno spazio di 164 x 89,5 cm ed è iscritta in capitale epigrafica.
Nella sezione inferiore è lo scudo, sagomato e accartocciato, contenente l’epigrafe di Gasparre Malopera e sorretto da due putti alati, in piedi su due scudi con l’arma della famiglia. Il tutto è sormontato da una rosa a cinque petali e dal cartiglio con la scritta victor et triumphator.
Nello scudo si legge in traduzione: “Alle famiglie Mocchia e Malopera, che ebbero in comune il matrimonio, in comune il tumulo, nell’anno del Signore 1678. A Gasparre Malopera, cavaliere gerosolimitano, all’ottimo fratello, dedicarono Claudio senatore e duca e Giorgio, nell’anno 1547. Visse ventotto anni.”
La sezione superiore venne aggiunta nel 1678 e reca lo scudo con le armi di due famiglie riunite, sormontato dalla corona comitale, cosiddetta da comites, conti. Nella parte sinistra i Malopera si distinguono da leoni coronati che si alternano a bande accompagnate da due stelle; nella parte destra bande alternate, dal vero d’azzurro e d’argento, identificano l’arma dei Mocchia.
Come in antico, l’opera è collocata a pavimento, davanti al muro terminale sinistro della cappella Malopera, nella navata di destra all’ingresso.
L’antichità e il rango di entrambe le famiglie si evidenzia dalla loro presenza nell’edificio di culto più prestigioso della città di quel tempo.
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