“Tutti noi comprendiamo questa verità fondamentale. La migrazione è una sfida europea che deve essere affrontata con una soluzione europea. Una soluzione efficace, equa e ferma. Il Patto sulla migrazione e l'asilo offre proprio questo. E farà la differenza per tutti gli europei. Innanzitutto, confini europei più sicuri. Sapere esattamente chi attraversa le nostre frontiere, registrando e controllando tutti, garantendo al contempo la tutela dei diritti fondamentali attraverso un monitoraggio indipendente. In secondo luogo, procedure più rapide ed efficienti per l'asilo e il rimpatrio. Ciò significa che chi non ha diritto all'asilo non potrà entrare nell'Unione europea, mentre chi fugge da guerre o persecuzioni potrà contare sulla protezione di cui ha bisogno. Il Patto trova il giusto equilibrio tra regole più severe contro l'abuso del sistema e l'attenzione per i più vulnerabili. In terzo luogo, maggiore solidarietà con gli Stati membri alle nostre frontiere esterne. Perché sono loro a gestire la pressione dell'immigrazione clandestina. Quindi, tutti gli Stati membri faranno parte di questo sforzo di solidarietà, ma sceglieranno il modo migliore per farlo. Allo stesso tempo, non possono essere consentiti movimenti secondari all'interno dell'Unione europea. Le nuove norme prevedono una più stretta collaborazione tra gli Stati membri per fermare i movimenti secondari.”
Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea
Dopo l’accordo raggiunto con il Consiglio a dicembre, il 10 aprile il Parlamento europeo ha approvato dieci testi legislativi con l’obiettivo di riformare la politica europea di migrazione e asilo. Una volta approvate formalmente anche dal Consiglio, queste leggi entreranno in vigore: l’applicazione dei regolamenti è prevista dopo due anni, mentre per la direttiva sulle condizioni di accoglienza gli Stati membri avranno due anni di tempo per introdurre le modifiche nelle loro leggi nazionali.
Adottando questa relazione, il Parlamento ha risposto alle aspettative dei cittadini di rafforzare il ruolo dell'UE nell'affrontare l’immigrazione irregolare e nel gestire la sicurezza delle frontiere esterne dell'Unione europea nel rispetto dei diritti umani, di applicare in modo uniforme regole comuni in tutti gli Stati membri sulla prima accoglienza dei migranti, rafforzare il ruolo dell'UE e riformare il sistema europeo di asilo sulla base dei principi di solidarietà e di equa ripartizione delle responsabilità.
Al centro di questa riforma, il tema della solidarietà e della ripartizione equa delle responsabilità ha raggiunto obiettivi importanti: per aiutare i Paesi UE più esposti alle pressioni migratorie, gli altri Stati membri dovranno contribuire accogliendo una parte dei richiedenti asilo nel loro territorio, stanziare contributi finanziari o fornire un sostegno tecnico-operativo. Inoltre. Il regolamento sulle situazioni di crisi e di forza maggiore istituisce un meccanismo di risposta agli aumenti improvvisi degli arrivi, garantendo solidarietà e sostegno agli Stati membri che devono far fronte a un afflusso eccezionale di cittadini di paesi terzi.
Altre decisioni importanti sono state prese in materia di accertamenti alle frontiere dell’UE (screening), sulla raccolta di dati e impronte digitali delle persone entrate irregolarmente nell’Unione europea (regolamento EURODAC) e sulla creazione di nuove regole comuni a tutti gli Stati membri per il riconoscimento dello status di rifugiato e la garanzia di standard di accoglienza uguali in tutta l’UE.
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