Il mercato unico è un tassello fondamentale del progetto di integrazione europea: esso consente a persone, beni, servizi e capitali di attraversare liberamente i confini degli Stati membri. L’armonizzazione e il riconoscimento reciproco di standard che permettono alle aziende di vendere i propri prodotti in un mercato composto da oltre 450 milioni di persone, hanno portato a un aumento significativo degli scambi all'interno dell'UE: se nel 1993 le esportazioni entro i confini comunitari ammontavano a 671 miliardi di euro, nel 2021 queste hanno raggiunto il valore di più di 3,4 trilioni di euro, contribuendo a rendere l'UE uno dei blocchi commerciali più forti al mondo.
Alla plenaria di gennaio, in occasione dei 30 anni del mercato unico, il Parlamento europeo ne ha ripercorso le tappe evolutive, adottando una risoluzione in cui si afferma che i traguardi raggiunti non possono essere dati per scontati e che il loro ulteriore sviluppo richiederà un rinnovato impegno da parte dei paesi e delle istituzioni dell'UE. A trent'anni dal suo lancio, infatti, il mercato unico continua a reinventarsi per eliminare gli ostacoli alla libera circolazione e adattarsi alla trasformazione digitale e alla transizione ecologica dell’economia:
- Nel 2022 il Parlamento europeo ha approvato la legge sui mercati digitali e la legge sui servizi digitali, che fissano norme comuni per tutte le piattaforme digitali nell'UE al fine di garantire un ambiente online più sicuro, equo e trasparente.
- Gli europarlamentari promuovono la creazione di un "diritto alla riparazione" che dia la possibilità ai consumatori di far riparare i propri prodotti, limitando la produzione di rifiuti.
- Il Parlamento auspica una maggiore resilienza del mercato unico di fronte a crisi come quella pandemica, che rischiano di ostacolare temporaneamente la libera circolazione di merci e persone.
"Il mercato unico deve diventare uno strumento per attuare i nostri obiettivi e i nostri valori politici, dalla crisi climatica alla difesa della nostra democrazia online. Sono gli elevati standard delle norme sociali, in materia di ambiente e di protezione dei consumatori che rendono il nostro mercato così attraente a livello mondiale. Le aziende trarranno vantaggio dagli standard europei che diventeranno criteri di valutazione su scala globale", ha affermato Anna Cavazzini (Verdi/ALE, Germania), presidente della commissione parlamentare per il mercato interno.
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