È uscito in libreria "Il sogno. L’Europa si è desta", il nuovo libro di Roberto Benigni, scritto insieme a Michele Ballarin e Stefano Andreoli, edito da Einaudi. La presentazione ufficiale è andata in onda durante una puntata di Propaganda Live su LA7, dove l’attore, regista e scrittore ha raccontato con passione la sua visione di Europa, mescolando impegno civile e forza comunicativa, che da sempre lo contraddistingue.
Al centro del libro c’è l’idea di un’Europa viva, unita e democratica, fondata sulla pace e sulla partecipazione attiva dei suoi cittadini. Un’Europa non solo come progetto economico, ma come sogno collettivo, da custodire e rafforzare. “Gli uomini vivono brutti tempi. Vivano meglio e vivranno tempi migliori. I tempi sono gli uomini”, dice Benigni, richiamando ciascuno alla responsabilità di essere parte del cambiamento.
L’autore invita a non essere indifferenti alla politica, paragonando il disinteresse per l’attualità al disinteresse per i servizi essenziali della società: “Non mi importa della politica è come dire non mi importa dei servizi che lo Stato offre ai cittadini”. Un invito forte alla partecipazione, soprattutto attraverso uno degli strumenti più potenti della democrazia: il voto, che viene definito come la possibilità di portare dei cambiamenti.
Un altro tema centrale del libro è il lavoro, descritto da Benigni come parte essenziale dell’identità umana. Da qui, l’attenzione ai diritti sociali, al welfare, al ruolo fondamentale delle istituzioni europee nel garantire uguaglianza, libertà e convivenza pacifica tra i popoli.
Il libro è anche una riflessione appassionata sul pericolo del nazionalismo, che secondo Benigni è la radice delle guerre del passato. “Il patriottismo è meraviglioso, ma deve convivere con umanità e rispetto”, afferma, sottolineando come il “Noi” venga strumentalizzato da molti leader politici per acquisire consenso e per far leva sulla necessità dei cittadini di sentirsi parte di un qualcosa di più grande.
In un’Europa che spesso sembra disillusa, Benigni rilancia l’ottimismo e la fiducia nelle nuove generazioni. E lo fa con parole che sono una vera e propria chiamata all’azione:
“La storia ci ha affidato un compito preciso: costruire un’unione di paesi capaci non solo di condividere i vantaggi economici ma di difendere la pace, la convivenza tra popoli diversi, la libertà e la democrazia […] Tutti dicono che l’Europa sta male. E sta male. Ma io sono ottimista, sapete perché? Perché a volte la storia ci regala dei colpi di scena. Perché c’è una grande, grandissima novità che può cambiare tutto: voi giovani! La prima generazione transnazionale, che nascete già europei.”
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30.06.2025 - Europe Direct