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Michelin

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Il primo stabilimento italiano della Michelin, nasce a Torino nel 1906. Un anno dopo, il 13 luglio 1907, esce dagli stampi di cottura della fabbrica torinese il primo pneumatico Michelin prodotto in Italia. Nell’impianto torinese, che nel 1928 occupa circa 4.000 dipendenti, l’azienda produce camere d’aria, pneumatici per automobili, camions, motociclette e biciclette, raggiungendo livelli produttivi elevati, tali da non consentire al piccolo cotonificio interno alla struttura di fornire le quantità di tela di cotone necessarie alle lavorazioni. È  così necessario creare una nuova unità produttiva nel settore tessile. La scelta, grazie anche ad alcune agevolazioni governative per rilanciare l’incremento industriale nelle zone di confine da poco annesse al Regno d’Italia, cade su Trento, dove nel 1927 è inaugurato un cotonificio dipendente dal complesso di Torino. Una struttura all’interno della quale la manodopera si declina quasi esclusivamente al femminile, che raggiunge il suo maggior sviluppo negli anni Settanta, quando impiega circa 1.770 dipendenti, e che chiude i battenti nel 1999.
Gravemente danneggiato dagli eventi bellici, il complesso torinese è chiamato a fare i conti con le problematiche legate alla riorganizzazione della produzione. A partire dalla seconda metà degli anni Cinquanta si assiste ad un incremento della produzione e della manodopera passata dal migliaio del primo dopoguerra ai 4.221 addetti del 1961.
Le nuove necessità lavorative implicano l’esigenza di ulteriori spazi, portando l’azienda a consolidare la propria presenza sul territorio piemontese: tra il 1963 e i primi anni Settanta sorgono gli stabilimenti di Cuneo, Alessandria, Torino Stura e Fossano. Unità dotate di macchinari ed impianti moderni che rendono la produzione del vecchio stabilimento di Torino Dora sempre meno competitiva, contribuendo alla sua progressiva dismissione, diventata definitiva nel 1997.
Lo stabilimento Michelin di Cuneo inizia la propria attività nel 1963, impiegando poco meno di 3.000 dipendenti. Una manodopera costituita in gran parte da contadini provenienti dalla campagna e dalle zone depresse dell’Alta Langa, che varcano i cancelli della fabbrica alla ricerca di un posto fisso e di uno stipendio sicuro, senza però abbandonare del tutto il lavoro dei campi, dal momento che la turnazione della produzione consente di continuare a gestire la campagna. Dalle campagne e dalle vallate cuneesi si assiste ad un esodo tumultuoso, che porta migliaia di contadini e montanari ad abbandonare esperienze, mestieri e patrimoni antichi per trasformarsi in manovali dell’industria.
Dopo quello di Cuneo, l’azienda francese costruisce, in serie, gli stabilimenti di Alessandria (1970), Fossano (1970) e Torino Stura (1971), tutt’oggi in attività, tipici esempi di espansione industriale nell'ambito di un territorio ristretto, in un periodo in cui le dinamiche produttive prediligono la scelta di piccole unità, piuttosto che di grandi insediamenti, come quelli della casa madre.