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Il movimento contro gli euromissili

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Pochi anni dopo la fine della guerra in Vietnam, si verificò una impennata della guerra fredda che portò entrambi gli schieramenti a costruire e proporre l'installazione di missili nucleari a medio raggio nell'eventualità di una guerra nucleare limitata in Europa.
Contro questo pericolo di gravità inaudita sorsero ovunque in Europa, all'Ovest ma anche all'Est, movimenti di contestazione che culminarono in grandiose manifestazioni con la partecipazione di milioni di persone.

A partire dal 1981 alcuni comuni italiani si autoproclamarono "comuni denuclearizzati". Il primo comune che si dichiarò "zona libera da armi nucleari" fu Robassomero (Torino) con una delibera del 17 dicembre 1981. Cinque anni dopo i comuni denuclearizzati divennero circa 500. Si dichiararono denuclearizzate la provincia di Trento e cinque intere regioni: Valle d'Aosta, Piemonte, Toscana, Umbria e Calabria. Tali delibere, pur non avendo efficacia giuridica, esprimevano l'indisponibilità di intere comunità a divenire sedi di basi atomiche.
In Italia era prevista l'installazione di 112 missili cruise nella base di Comiso in Sicilia. Dopo le prime manifestazioni di protesta dell'ottobre 1981, si costituirono dei comitati permanenti che organizzarono un campo per la pace nell'estate 1982 e l'acquisto collettivo, con migliaia di adesioni, di terreni intorno alla base che portarono alla costituzione del presidio permanente della Verde Vigna. Nel corso di ripetuti blocchi alla base, si scatenò una dura repressione, ripetutasi nell'autunno successivo con l'impiego di idranti nei confronti dei manifestanti.
Il 30 aprile 1982 furono assassinati dalla mafia due noti esponenti del partito comunista siciliano, Pio La Torre e Rosario Di Salvo, per aver denunciato il pericolo, rivelatosi più che fondato, della collusione degli interessi mafiosi nella costruzione della gigantesca base militare di Comiso.
Il 22 ottobre 1983, in coincidenza con la “Giornata mondiale per il disarmo”, si ebbe a Roma una delle più grandiose manifestazioni con la partecipazione di circa un milione di persone.
Nonostante le proteste, i missili furono installati e la base venne smantellata solo dopo l'accordo dell'8 dicembre 1987 tra USA e URSS.
Il movimento internazionale per la pace contribuì efficacemente a questo risultato grazie all'ampiezza raggiunta, che coinvolse i settori più diversi della popolazione all'insegna dello slogan “uniti e diversi”: medici, scienziati, religiosi e religiose, insegnanti, studenti, artisti, associazioni di volontariato e persino militari organizzati nel movimento “generali per la pace”.