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Nascita del Movimento Internazionale della Riconciliazione

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Negli anni 1950 -1960 si costituiscono in Italia i due movimenti storici della nonviolenza, sulla scia di quelli già presenti su scala internazionale sin dal periodo successivo alla prima guerra mondiale. L'opera di questi movimenti contribuisce a diffondere la cultura della nonviolenza e getta le basi dei futuri movimenti per la pace degli anni 1980.


Movimento Internazionale della Riconciliazione

La sezione italiana dell'IFOR, nota come MIR (Movimento Internazionale della Riconciliazione) nasce nel 1952 per iniziativa di Tullio Vinay e Carlo Lupo , entrambi pastori valdesi, Ruth e Mario Tassoni, quaccheri. Sin dall’inizio, il MIR si impegna per la diffusione della teoria e della prassi della nonviolenza e presto raccoglie adesioni anche tra i cattolici. Dagli anni 1960 a oggi è stato attivo a livello nazionale per un ecumenismo di base, per approfondire i fondamenti religiosi della nonviolenza e ha partecipato alle grandi assemblee ecumeniche europee "Giustizia, Pace e Salvaguardia del Creato" a Basilea in Svizzera nel 1989, “Riconciliazione, dono di Dio e sorgente di vita nuova” a Graz, in Austria, nel 1997, e “La luce di Cristo illumina tutti. Una speranza per il rinnovamento e l’unità in Europa”, a Sibiu, in Romania, nel 2007.
Su scala internazionale, spicca l'opera instancabile di Jean e Hildegard Goss-Mayr, i quali hanno proposto vie alternative e nonviolente per conseguire la giustizia e la riconciliazione tra tutti i popoli, operando attivamente in America Latina negli anni bui delle dittature, nelle Filippine e in Africa.
Le personalità più rappresentative, molte delle quali premi Nobel per la pace, sono state: don Helder Camara, Adolfo Perez Esquivel che ha animato il “Servicio Paz y Justicia” in America Latina; Martin Luther King e Dorothy Day negli Stati Uniti; i gruppi di monaci buddhisti e Thich Nhat Hanh in Vietnam; Albert Luthuli in Sudafrica; Mairead Corrigan in Irlanda. Inoltre,
l'IFOR è attivo in Medio Oriente, Zaire e Africa Sub-sahariana, Filippine, India, Bangladesh, Madagascar e, dopo il 1989, in molti paesi dell'Europa Orientale.
Oggi il Movimento ha 66 tra sezioni, gruppi e affiliati ed è presente in oltre 40 paesi di ogni continente. È Organizzazione Non Governativa e ha uno stato consultivo permanente presso le Nazioni Unite nelle sedi di New York, Ginevra e Vienna.


Movimento Nonviolento

Conclusa con successo la marcia Perugia Assisi del 1961, viene costituita la Consulta Italiana per la Pace per dare continuità e coordinare le varie associazioni. Per aderire alla Consulta, di cui sarà presidente, Aldo Capitini fonda con alcuni simpatizzanti il Movimento Nonviolento per la Pace, costituito da “pacifisti integrali, che rifiutano in ogni caso la guerra, la distruzione degli avversari, l'impedimento del dialogo e della libertà di informazione e di critica. Il Movimento sostiene il disarmo unilaterale (come primo passo verso quello generale), e affida la difesa unicamente al metodo nonviolento.”
Dopo alcuni anni furono tolte le parole “per la pace”, perché risultasse chiaro che il lavoro del Movimento Nonviolento non era confinato solo al campo antimilitarista, ma esteso anche al campo socio-politico e culturale per escludere la violenza, a livello individuale e di gruppo, in ogni settore della vita sociale a ogni livello (locale, nazionale, internazionale) e per promuovere forme di partecipazione piena alla vita pubblica e di sviluppo armonico del bene comune.
Dal 1964 viene pubblicata la rivista mensile Azione Nonviolenta, fondata dallo stesso Capitini, che è la più antica e continuativa rivista espressione della ricerca e dell'impegno della nonviolenza italiana.
Il Movimento Nonviolento aderì alla War Resister's International, assumendone il simbolo delle due mani che spezzano il fucile, che campeggia anche nella bandiera arcobaleno della nonviolenza. Nel 1966, si svolse a Roma il convegno della Triennale della War Resister's International, che vide tra gli altri la parecipazione attiva di Aldo Capitini e Danilo Dolci.
Negli anni 1960-1980, il Movimento Nonviolento si è fatto promotore, insieme ad altre associazioni, in particolare con il MIR, di varie marce antimilitariste internazionali e delle campagne per l'obiezione di coscienza al servizio militare e alle spese militari.