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La marcia Perugia-Assisi

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A partire dall'appello che Albert Einstein e Bertrand Russell lanciarono nel 1955 per l'abolizione delle armi nucleari, si svilupparono in tutto il mondo iniziative di protesta contro i test nucleari e la corsa agli armamenti.
Dopo la fine della seconda guerra mondiale si sviluppò una crescente contrapposizione tra i due blocchi che portò a un acutizzarsi della guerra fredda e della corsa agli armamenti nucleari.
Il 9 luglio 1955 fu presentato a Londra, nel corso di una campagna per il disarmo nucleare, il Manifesto Russell-Einstein nel quale insieme ad altri 11 eminenti scienziati e intellettuali veniva lanciato un appello agli scienziati e ai popoli di tutto il mondo per prendere consapevolezza del pericolo di autodistruzione dell'umanità dovuto all'esistenza delle armi nucleari. A questo appello fecero seguito numerose iniziative e la costituzione di movimenti di protesta antinucleari. Una delle prime e più importanti marce antinucleari si svolse da Londra al sito nucleare di Aldermaston dal 4 al 7 aprile 1958. Sull'esempio di questa marcia, anche in altri paesi vennero organizzate
manifestazioni antinucleari.
In Italia, Aldo Capitini fu impressionato dalla imponente adesione di giovani e dal notevole impatto internazionale e nell'estate del 1960 cominciò a prendere corpo l'idea di una marcia per la “fratellanza dei popoli”.
Il lungo lavoro preparatorio di cui Capitini fu il principale animatore era orientato a creare una ampia partecipazione “popolare, apartitica, regionale, nonviolenta”.
La scelta di Assisi come meta finale non fu casuale, ma venne fatta perché, secondo Capitini “San Francesco nel Medioevo e Gandhi nell'età moderna e in Oriente, sono due grandi maestri popolari attuatori e propagatori del metodo nonviolento, da cui si possono sempre prendere, anche avendo diverse ideologie, preziose ispirazioni”.
Alla marcia, che si svolse domenica 24 settembre 1961, parteciparono ventimila persone, numerosissimi intellettuali ed esponenti di varie forze politiche, stimolati anche dalla grave crisi internazionale che nell'agosto aveva portato alla costruzione del muro di Berlino. Tra i partecipanti spiccava la presenza delle donne vestite a lutto per la guerra, che già in passato avevano colpito Capitini, e che oggi associamo immediatamente al Movimento Internazionale delle Donne in Nero, fondato nel 1988 a Gerusalemme.
Durante la marcia, venne per la prima volta utilizzata la Bandiera della Pace, con tutti i colori dell'arcobaleno, simbolo dell'opposizione nonviolenta a tutte le guerre.
Dopo la marcia, Capitini osservò:
“Aver mostrato che il pacifismo, che la nonviolenza, non sono inerte e passiva accettazione dei mali esistenti, ma sono attivi e in lotta, con un proprio metodo che non lascia un momento di sosta nelle solidarietà che suscita e nelle non collaborazioni, nelle proteste, nelle denunce aperte, è un grande risultato della Marcia”.