La resistenza degli internati militari in Germania
Nei campi di concentramento in Germania, in Polonia e in altre zone di occupazione nazista, oltre 600.000 internati militari assunsero spontaneamente un atteggiamento ostile alle proposte dei nazisti di entrare nelle SS, nella Forze Armate della Repubblica Sociale Italiana o di lavorare nelle fabbriche di armi tedesche, dove spesso la manodopera impiegata coattivamente operava sabotaggi durante la fabbricazione di razzi, mitraglieri e aerei.
Furono numerosi gli episodi di disobbedienza agli ordini nazisti e di resistenza durante la durissima vita quotidiana dei campi e tutti attestano il grande valore etico e morale dei prigionieri che liberamente scelsero di non collaborare con i nazisti sopportandone le feroci conseguenze.
“… Il rifiuto di collaborare che gli internati militari – ufficiali, soldati – hanno opposto alle lusinghe ed ai ricatti dei tedeschi e dei repubblichini fu un primo spontaneo e quasi plebiscitario referendum antifascista e antitedesco”.