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Cinzano

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Originaria di Pecetto, centro della collina torinese, la famiglia Cinzano distilla uve da generazioni. Nel 1757 i Cinzano aprono una bottega in via Dora Grossa, nel cuore della Torino sabauda, impiantando, a pochi passi dal negozio, un laboratorio specializzato nella produzione di vermouth. La qualità dei prodotti consente all’azienda di ampliare i propri orizzonti: le bottiglie marchiate Cinzano iniziano a varcare i confini nazionali dirigendosi non solo verso Nizza e la Savoia, ma anche oltreoceano. Un successo che raggiunge il proprio apice nel 1786, quando i Cinzano ottengono l’ambito riconoscimento di “Servitori della Real Casa di Savoia”.
Nel 1830 Carlo Alberto affida loro l’incarico di eseguire nuove sperimentazioni enologiche, con l’obiettivo di giungere a produzioni italiane di champagne. Ricerche e tentativi effettuati sulle colline di Santa Vittoria d’Alba, nella tenuta Muscatel di proprietà dei Savoia, che nel 1867 siglano con la famiglia un contratto di locazione della durata di trent’anni. A partire da questo momento i Cinzano diventano affittuari delle cantine di Santa Vittoria d’Alba, e la loro azienda assume i connotati di un’impresa a carattere industriale, producendo insieme a vermouth ed elisir, anche la variante italiana dello champagne, il cosiddetto vino spumante.
Il progressivo aumento del volume degli affari, rende necessaria una ristrutturazione delle unità produttive: all’ammodernamento del complesso di Santa Vittoria d’Alba segue la costruzione a Santo Stefano Belbo del primo stabilimento italiano per la spremitura delle uve. Contemporaneamente, nei possedimenti reali di Chambèry si avviano i lavori per la costruzione di un nuovo complesso produttivo. Tra la fine dell’Ottocento e i primi anni del Novecento la Cinzano confeziona annualmente sedici milioni di litri di vermouth, due milioni di spumanti e centinaia di ettolitri di vini ed elisir.
Un decollo industriale seguito da una penetrazione sui mercati mondiali, che vedono il marchio Cinzano diffondersi in Africa, nel Centro e nel Sud America. Dopo la morte, nel 1902, di Enrico Cinzano, il timone dell’azienda è affidato al genero, Alberto Marone, sotto la cui guida nascono le filiali in Messico, Puerto Rico (San Juan) e Cile (Valparaiso) in Sudamerica, e quella africana di Tripoli nel 1911.
Con lo scoppio del primo conflitto mondiale la Cinzano centralizza la produzione nella struttura di Santa Vittoria e apre stabilimenti nei paesi la cui legislazione offre maggiori garanzie di tutela protezionistica, consolidando il proprio ruolo di azienda mondiale. In tale ottica Enrico Marone, succeduto nel 1918 al padre Alberto, dà vita nel 1927 ad una delle prime holding italiane, la Cinzano Limited, che ha il suo tassello principale nella Cinzano Italia, nata nel 1922 e seguita, dopo breve tempo, da altre consorelle sorte in Argentina, Uruguay (Montevideo), Spagna (Barcellona e Bilbao), Cile e Germania.
Negli anni Trenta Enrico Marone acquisisce il controllo della “Savi e Florio”, società siciliana specializzata nella produzione di marsala e altri vini liquorosi, e avvia l’attività della Cinzano Brasile, della Cinzano Australia e, nel 1935, della Cinzano Perù.
Con lo scoppio della seconda guerra mondiale, che vede gli ordigni dell’aviazione alleata danneggiare pesantemente lo stabilimento di Santa Vittoria d’Alba, l’azienda sposta gran parte delle proprie attività in Inghilterra, Stati Uniti, Svizzera e Portogallo. In questo periodo Enrico Marone partecipa attivamente alla resistenza al nazifascismo creando il Glasse Cross, un organismo di collegamento tra i comandi alleati e il Comitato di Liberazione Alta Italia, che ha come compito la raccolta di fondi in favore delle formazioni partigiane.
Al termine del conflitto la Cinzano riprende la produzione nello stabilimento di Santa Vittoria, al centro di un ampliamento degli impianti dove, nella prima metà degli anni Cinquanta,  lavorano 45 impiegati e  700 operai che assicurano una produzione giornaliera di 900 quintali d’uva. Oltre al corpo produttivo, il processo di ristrutturazione investe i terreni limitrofi lo stabilimento, dove fin dalla fine dell’Ottocento sorge il Villaggio Cinzano all’interno del quale, insieme alle palazzine degli impiegati e degli operai, trovano spazio un complesso sanitario, esercizi commerciali, una scuola per i figli dei dipendenti, un circolo aziendale, un cinema e la chiesa gotica di Santa Paola.
Alla sua morte, nel 1968, Enrico Cinzano lascia al primogenito Alberto un gruppo industriale che conta 22 società estere ed è presente con proprie filiali in 65 paesi.
Tra gli anni Ottanta e Novanta del Novecento la Cinzano vive una fase di minor vitalità conclusasi con l'uscita di scena di Alberto, che nel 1989 cede l'azienda alla multinazionale IDV  (oggi Diageo).
Nel 1999 il gruppo Campari acquista la Cinzano, risollevando le sorti del marchio diventato, a partire dal 2000, uno dei principali sponsor del Motomondiale.