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Ezio Bartalini e il giornale “La Pace”

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Il 2 agosto 1903 nasce a Genova il giornale La Pace, periodico quindicinale antimilitarista diretto da Ezio Bartalini, emanazione di giovani socialisti critici verso la dirigenza riformista, alla quale veniva chiesto di “prestare maggiore attenzione alla tematica antimilitarista ritenuta essenziale per una strategia proletaria di emancipazione”.
Il tema dell’antimilitarismo e della guerra era stato lanciato dalla Prima Internazionale e ripreso poi dai movimenti socialisti in vari paesi europei, ma era lasciato ai margini dal socialismo italiano che si era impegnato solo contro le spese militari giudicate eccessive per un paese come l’Italia, senza intaccare il senso delle spese militari e il principio stesso della guerra.
Per il giornale genovese la pace era il fine della lotta, l’antimilitarismo era la via per arrivarci, per “disarmare” la borghesia attraverso l’educazione antimilitarista dei soldati. In fondo l’istituzione militare era ritenuta il presidio dell’ordine sociale borghese contro l’avanzata popolare. Per Bartalini era necessario dare “un indirizzo antimilitarista all’organizzazione operaia... che insegni ed imponga ai soldati di non uccidere durante gli scioperi e le manifestazioni popolari”.
La tiratura del giornale, secondo un prospetto compilato dalla questura di Genova fu di 4.000 copie nel 1903, 2.000 copie nel 1908, 4.000 nel 1911, 3.000 nel 1914.

Pochi giornali subirono tante repressioni come La Pace. Già il manifesto pubblicitario che ne annunciava l’uscita fu proibito dal questore di Genova perché conteneva la parola antimilitarista. Pochi giorni dopo il comandante della divisione militare di Genova ordinava che fosse impedito l’ingresso de La Pace nelle caserme. A partire dal marzo 1904, iniziò una serie di sequestri del giornale ai quali si accompagnarono spesso delle incriminazioni che, però, avevano anche l’aspetto positivo di procurare attestati di sostegno al giornale. Quanto diventasse “pericoloso” lo si evince anche da una nota che il ministro della guerra Pedotti inviò al presidente del Consiglio Giolitti: “Si pubblica a Genova un periodico quindicinale intitolato “La Pace” diretto da certo Ezio Bartalini, il quale periodico si qualifica apertamente come antimilitarista e si propone come unico scopo di vilipendere e screditare l’esercito e di creare nel popolo e nei soldati sentimenti di odio e di aborrimento contro la vita militare”.
Fin dall’inizio al prefetto di Genova era stato dato l’ordine di “disporre una speciale vigilanza” sul foglio antimilitarista, il quale non si limitava ad approfondire l’aspetto ideologico del militarismo, ma si interessava degli aspetti più violenti, degli abusi, dei soprusi, in una parola dei fatti più spersonalizzanti del servizio di leva. Inoltre segnalava gli atti di insubordinazione e di contestazione. Intanto l’antimilitarismo si andava diffondendo e aumentava il numero dei renitenti e disertori.

Non bisogna inoltre dimenticare il fenomeno migratorio che portava via dal servizio militare sia dei giovani prima che facessero il servizio di leva, sia dei soldati in congedo (che in caso di guerra avrebbero avuto l’obbligo di tornare in Italia). L’evitare il servizio militare era anche sicuramente un buon incentivo a emigrare.
Nel numero unico della rivista Il coscritto destinato ai soldati, la redattrice Fany Dal Ry “paragonava il lavoro da farsi nell’esercito a quello delle termiti: animaletti insignificanti di appena cinque millimetri ma abilissimi nel lavorare in segreto, al buio, lasciando intatto l’esterno dell’oggetto e capaci di produrre effetti sconvolgenti, grazie alla somma di tantissimi piccoli sforzi”. Rivolta ai giovani scriveva: “Siate le termiti dell’istituzione militare e gli anni passati in caserma non saranno anni perduti… continuate, intensificate l’opera demolitrice... approfondite invisibili tunnels nell’impalcatura militare, diffondendo lo spirito rivoluzionario nella vostra caserma, finché sia tutta satura”.
Quando arriva la Guerra di Libia, le realtà del pacifismo italiano prendono posizioni radicalmente diverse tra loro. Clamorosa la posizione della Società Internazionale per la Pace – Unione Lombarda di Moneta che arriva a giustificare il colonialismo italiano. La Pace si schiera apertamente ed esprime con forza la radicale opposizione alla guerra che è barbarie, distruzione, morte, tomba del diritto, regno assoluto della violenza e delle armi, è miseria, carestia, fame.


Ezio Bartalini

Nasce a Monte San Savino (Arezzo) il 24 giugno 1884. Si laurea in giurisprudenza a Genova nel 1911 e qui fonda e dirige il giornale La Pace. Gira l’Italia per tenere comizi e conferenze sull’antimilitarismo. Durante il fascismo espatria.
Nel 1944 rientra in Italia, aderisce al PSI e diventa segretario della federazione romana. È deputato alla Costituente. Partecipa nel 1949 alla costituzione del Movimento dei partigiani della pace. Muore a Roma il 17 dicembre 1962.