Quando un paese membro dell’Unione europea, ma non solo, si trova in una situazione di difficoltà ed emergenza, esso può chiedere di attivare il Meccanismo di Protezione Civile Europeo, coordinato dalla Commissione europea e creato per assistere gli stati colpiti da calamità naturali o altre crisi. Si tratta infatti di uno strumento pensato proprio per rafforzare la collaborazione tra i 27 Stati membri e i 9 Stati che partecipano al programma (Islanda, Norvegia, Serbia, Macedonia del Nord, Montenegro, Turchia, Bosnia-Erzegovina, Albania, e più recentemente l’Ucraina) per migliorare le azioni di prevenzione, prontezza e risposta ai disastri.
Nel caso specifico dell’emergenza meteorologica che ha interessato l’Emilia Romagna negli ultimi giorni, l’Italia ha fatto richiesta di attivazione del Meccanismo di Protezione Civile Europeo ricevendo assistenza da Austria, Bulgaria, Germania, Francia, Polonia, Romania, Slovenia e Slovacchia che hanno provveduto a inviare al nostro paese attrezzature di pompaggio dell’acqua per far fronte all’alluvione.
Il Centro di Coordinamento della Risposta alle Emergenze europeo è rimasto in contatto costante con l’Italia per valutare se fossero necessari altri interventi e l’Unione europea si è dichiarata pronta a far fronte a ulteriori richieste.
Non solo, anche Copernicus, il programma di osservazione della Terra dell’Unione europea, è stato attivato per mappare le aree colpite dall’alluvione attraverso i sistemi di monitoraggio satellitari.
Questo supporto è la dimostrazione del fatto che “l’Unione europea è presente e solidale con l’Italia dopo i recenti avvenimenti alluvionali (…). Si tratta di un esempio concreto di come il Meccanismo di Protezione Civile Europeo sia presente sui territori per offrire un supporto reale quando necessario” (Commissario europeo Janez Lenarčič).
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