La Commissione europea ha pubblicato gli orientamenti su come rafforzare il codice di buone pratiche sulla disinformazione per farne uno strumento più efficace nella lotta alla disinformazione.
Questi stabiliscono le aspettative della Commissione, chiedono impegni più rigorosi da parte dei firmatari e prevedono una più ampia adesione al codice. Sulla base di indicatori di performance chiari e di un solido quadro di monitoraggio, i firmatari dovrebbero ridurre gli incentivi finanziari alla disinformazione, responsabilizzare gli utenti affinché assumano un ruolo attivo nel prevenirne la diffusione, cooperare più efficacemente con i verificatori di fatti in tutti gli Stati membri e in tutte le lingue dell'UE e predisporre un quadro per l'accesso ai dati da parte dei ricercatori.
Il codice di buone pratiche è stato istituito nell'ottobre 2018. La proposta della Commissione relativa alla legge sui servizi digitali introduce un sostegno fondato sulla coregolamentazione per le misure che saranno ricomprese nel codice riveduto e rafforzato.
La crisi del coronavirus ha messo chiaramente in evidenza le minacce e le sfide derivanti dalla disinformazione per le nostre società. L'"infodemia" ha comportato notevoli rischi per i sistemi sanitari personali e pubblici e per la gestione della crisi, l'economia e la società. Ha dimostrato che, nonostante i considerevoli sforzi compiuti finora, permane l'urgente necessità di intensificare l'impegno per combattere la disinformazione.
L'approccio seguito dall'UE nella lotta alla disinformazione affonda le sue radici nella tutela della libertà di espressione e nella salvaguardia di un dibattito democratico aperto, con l'obiettivo di aumentare la trasparenza e la responsabilità nell'ambiente online e responsabilizzare i cittadini. Va di pari passo con gli altri obiettivi del piano d'azione per la democrazia europea, ossia la promozione di elezioni libere e regolari e la tutela della libertà e del pluralismo dei media. L'UE ha mobilitato l'industria, i media, il mondo accademico, le autorità pubbliche e la società civile e incoraggia una più ampia adesione al codice.
Gli orientamenti invitano a rafforzare il codice nei seguenti ambiti:
- Maggiore partecipazione ed impegni specifici
- Demonetizzare la disinformazione
- Garantire l'integrità dei servizi
- Fornire agli utenti strumenti per individuare e segnalare la disinformazione
- Aumentare la copertura della verifica dei fatti e fornire ai ricercatori un maggiore accesso ai dati
- Un solido quadro di monitoraggio
I firmatari dovrebbero infine predisporre un Centro per la trasparenza presso il quale comunicare quali politiche hanno adottato per dare esecuzione agli impegni previsti dal codice e come le hanno attuate, oltre a visualizzare tutti i dati e le metriche rilevanti per gli indicatori di prestazione. Gli orientamenti propongono inoltre l'istituzione di una task force permanente presieduta dalla Commissione e composta dai firmatari, da rappresentanti del Servizio europeo per l'azione esterna, del gruppo dei regolatori europei per i servizi di media audiovisivi e dell'Osservatorio europeo dei media digitali (EDMO), che ha ricevuto oltre 11 milioni di € destinati alla creazione di 8 poli regionali per contribuire allo svolgimento e all'ampliamento delle sue attività negli Stati membri. La task force, che si avvarrà anche del sostegno di esperti, contribuirà alla revisione e all'adeguamento del codice in base agli sviluppi tecnologici, sociali, normativi e di mercato.
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