L’Unione europea si sta mobilitando per una distribuzione dei vaccini contro il Covid-19 all’interno degli Stati membri, grazie alla partecipazione dello strumento COVAX, una collaborazione avente come obiettivo principale quello di assicurare la produzione e l'accesso ai trattamenti sanitari e ai vaccini: la distribuzione di un vaccino sicuro ed efficace rappresenta, infatti, la priorità della Commissione europea.
La strategia dell'Unione europea in materia di vaccini si pone alcuni obiettivi di primaria importanza: in primo luogo assicurarne la qualità, la sicurezza e l'efficacia, garantendone a ciascuno Stato membro un accesso il più rapido possibile, ma anche offrirne un accesso equo ad un costo accessibile.
L'Unione europea ha contribuito a fornire agli Stati membri strumenti per il periodo di programmazione 2021-2027, capaci di conferire sostegni finanziari per far fronte alla pandemia di Covid-19. I finanziamenti derivano in gran parte dai 2,7 miliardi di euro di cui è dotato lo strumento per il sostegno di emergenza.
Il 19 gennaio 2021 la Commissione europea ha accolto una decisione, attraverso la quale si invita ciascun Stato membro dell'UE ad accelerare la somministrazione dei vaccini: entro la fine di marzo 2021, almeno l'80% degli operatori sanitari e sociali e almeno l'80% della popolazione di età superiore agli 80 anni, considerate le categorie più vulnerabili di fronte al Covid-19, dovrebbero ricevere il vaccino, mentre, secondo il piano, entro la fine dell'estate 2021 gli Stati membri dovrebbero aver vaccinato il 70% di tutta la popolazione adulta.
L'Italia è il Paese europeo con il più alto numero di vaccini somministrati, superando infatti la soglia delle due milioni di dosi, grazie alle 78mila dosi che vengono somministrate ogni giorno all'interno del nostro territorio nazionale.
La Commissione europea e gli Stati membri, in collaborazione con l'OMS, stanno lavorando alla realizzazione di un certificato di vaccinazione sicuro, affidabile e verificabile in tutta l'UE, utile nel contesto di un viaggio al di fuori del proprio territorio nazionale. Se così fosse, dimostrando che una persona è stata sottoposta al vaccino per fronteggiare la pandemia di Covid-19, non vi sarebbe bisogno di test e di quarantena all'arrivo di un altro Paese.
In materia di certificati di vaccinazioni, anche i Paesi dell'Unione europea si sono divisi: alcuni Stati membri ritengono infatti necessario attuare una distinzione tra la prova della vaccinazione medica ed un vero e proprio passaporto europeo.
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