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Notizie storiche

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La prima notizia che si può reperire riguardo alla genesi dell’isolato di San Giovanni, ci viene dal Casalis il quale afferma che la Confraternita di San Giovanni. Decollato iniziò la chiesa in onore del proprio patrono il 13 ottobre 1591. Questa data non indica però il vero e proprio inizio dei lavori, bensì la semplice delibera di costruzione. Nel 1594, infatti, i confratelli fecero una nuova petizione al Consiglio per avere la autorizzazione ad iniziare i lavori, chiedendo al tempo stesso un “aggiunto”. Il Consiglio deliberò in senso positivo, concesse 200 fiorini, e il 25 marzo 1596 fu messa la prima pietra della nuova chiesa, nelle adiacenze della “strada Maestra” e di “Piazza”, corrispondenti rispettivamente alle attuali Via Roma e Piazza Torino. La localizzazione è da considerarsi strategica: infatti lo scopo principale dei confratelli della Misericordia era quello della assistenza ai carcerati, e la loro chiesa doveva necessariamente essere costruita nelle vicinanze del carcere e del patibolo. Di questa prima chiesa di San Giovanni non si hanno documenti o testimonianze precise: si può solo supporre che fosse molto piccola, dal momento che a distanza di meno di un secolo dalla sua costruzione fu abbattuta per costruire, sempre nello stesso posto, una chiesa più grande e maestosa, adatta a contenere i confratelli e le consorelle in numero ormai elevato, Il nome del progettista della chiesa di San Giovanni è sconosciuto. Potrebbe essere cercato fra le figure di secondo piano nel campo della architettura dell’epoca, che operarono a Cuneo in quello stesso periodo. La chiesa potrebbe anche essere stata progettata e diretta nei lavori da uno di quei capomastri che da Lugano venivano a lavorare in queste zone del Piemonte. Ad esempio una figura come Nolfi, che per trent’anni collaborò al cantiere della chiesa di Sant’Ambrogio a Cuneo e che come esperienza, se non come capacità di progettista, poteva essere pari ad architetti ed ingegneri. Sarebbe giustificata in questo modo la “somiglianza” con Santa Croce e nello stesso tempo quelle differenze che rendono San Giovanni un’opera di tono più modesto senza soluzioni geniali nella definizione dei volumi, e nemmeno negli elementi decorativi. Il funzionamento della chiesa di San Giovanni durò pochi decenni, cioè fino alla Rivoluzione Francese, quando con una delibera del generale Jourdan furono chiuse tulle le chiese che non erano necessarie al culto, per affidarle al servizio dei cittadini. Questa delibera interessò anche la chiesa di San Giovanni ed il palazzo annesso, allora sede dell’Orfanotrofio femminile, che furono occupati e trasformati in sede di Tribunale Correzionale e Criminale. Va notato che la nuova destinazione d’uso lascia all’interno della chiesa un’impronta molto più marcata di quella lasciata dal periodo in cui era stata aperta al culto.

Probabilmente al tempo della occupazione francese, San Giovanni doveva essere stata completata da poco nelle strutture murarie, e la decorazione interna doveva essere appena agli inizi, per cui fu proseguita secondo le esigenze dettate dalla nuova destinazione d’uso. Si spiega così la presenza contemporanea dei due temi: sacro e profano. Per mezzo secolo nessun avvenimento di rilievo venne a inserirsi nella storia dell’isolato, fino al 1852, anno in cui il Municipio acquistò il fabbricato demaniale di San Giovanni. Pochi anni dopo, nel 1869, il Municipio deliberò di affittare il palazzo alla Intendenza di Finanza, ed ebbe così inizio il terzo periodo dell’edificio, (comprendente la ex chiesa) con la nuova destinazione che sarebbe rimasta per un secolo. Dal momento in cui l’Intendenza vi si stabilì, iniziarono con un susseguirsi abbastanza rapido, i processi di trasformazione che innescandosi sull’impianto Sei-Settecentesco lo hanno via condotto alla forma attuale. Risale al 1873 il progetto per la realizzazione di un piano intermedio posto su porticato all’interno della Chiesa al fine di aumentare la superficie destinata a magazzino. Nel 1903 in seguito alle pressanti richieste dell’Intendenza di Finanza, il Comune esegui dei lavori di elevazione di un piano del fabbricato, abbatté la facciata della chiesa di San Giovanni e costruì al suo posto uno scalone per disimpegnare i vari piani del fabbricato. L’ampliamento di palazzo San Giovanni risolse momentaneamente i problemi di spazio degli uffici dell’Intendenza, che in questo modo poté disporre di un piano in più. La maggiore disponibilità dei locali consentì a questi uffici di espandersi ancora per parecchi anni e più precisa mente fino al 1973, anno in cui si rese necessario un trasferimento. Soprattutto gli archivi necessita vano ormai di altro spazio e non potendosi ulteriormente ampliare palazzo San Giovanni, l’Intendenza fu costretta ad abbandonare la sede che aveva tenuto per più di un secolo. Il Comune, tornato così in possesso di un intero edificio, decise di fare alcuni lavori di ristrutturazione e di servirsi del palazzo per installarvi alcuni suoi uffici. Dal 1973 il fabbricato e la chiesa di San Giovanni tornò in possesso del Comune che ne godrà per breve tempo in quanto alcuni anni dopo (1984) gran parte della chiesa crollò, rimanendo intatta la porzione costituente l’abside. Nel 1994 l’Amministrazione incaricò il proprio Ufficio tecnico (Ufficio Progetti) a redigere un progetto tendente al recupero della Chiesa per la realizzazione di una sala polivalente.

**Notizie a stralcio della tesi di laurea presentata al Politecnico di Torino “Facoltà di Architettura” nell’Anno Accademico 1978-79 dall’arch. Carla BARTOLOZZI “CUNEO: ANALISI DELL’ISOLATO DELLA EX CHIESA DI SAN GIOVANNI DECOLLATO E PROPOSTA DI RIUTILIZZO”.

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