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La struttura architettonica

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Il Palazzo, più noto come quello del "Monte di Pietà", è stato costruito dall’architetto cuneese Pio Eula (1722-1801) per conto dei Bruno Conti di Samone.

Il nome del palazzo è legato al Conte Vittorio Bruno di Samone, autore del disegno del vecchio Ospedale di Santa Croce, e soprattutto al primo vescovo di Cuneo.

Il complesso edilizio, in mattoni a vista, ha carattere austero, tutto subalpino. Nel cortile trova collocazione un pozzo in pietra coperto da un baldacchino in legno curvato e rifinito con inusitata civetteria. È questo uno dei pochi pozzi cittadini rimasti nel corso degli anni. Di notevole profondità, in quanto arriva alla falda acquifera posta al livello dello Stura, era un pozzo comunitario che forniva l’acqua all’intero quartiere di San Francesco ed al vicino Ospedale di Santa Croce.

Il fabbricato, dopo essere stato per lunghissimo tempo di proprietà dei Bruno Conti di Samone ed in ultimo del Conte Boniforti De Morri di Castelmagno, fu acquistato nel 1882 dall’Amministrazione dell’ex Ospedale di Santa Croce allo scopo di alloggiarvi gli Uffici dell’Ospedale e quelli del Monte di Pietà con relativi magazzini dei pegni. Dopo la chiusura dell’attività del Monte dei Pegni, avvenuta negli anni ’80, il fabbricato è stato abbandonato ed è cominciato un lungo periodo di degrado che ha notevolmente compromesso le strutture edilizie.

Il palazzo, ora di proprietà comunale, si articola su una pianta a forma di "C" con sviluppo in altezza variabile in funzione dell’altezza interna dei piani. Il complesso edilizio si compone di tre differenti corpi di fabbrica: il primo prospiciente via Santa Croce è stato oggetto nel 2007-08 di un intervento di ristrutturazione per trasformarlo in Residenza per studenti universitari, il secondo su via A. Rossi sarà destinato ad alloggi e il terzo, compreso tra via F.lli Vaschetto e via A. Rossi, è considerato la parte “nobile” con sale e locali affrescati.

I prospetti, molto semplici, in mattoni con faccia a vista, sono arricchiti, nel primo piano, da un bel balcone con ringhiera in ferro lavorato e stemma di famiglia dei Conti di Samone.

La disposizione planimetrica del fabbricato ha creato due cortili interni comunicanti tra loro sui quali si affaccia un loggiato parzialmente chiuso con vetrate.

Il tetto è in legno con capriate alla piemontese con copertura in lastre di ardesia. Le volte delle sale del piano primo sono affrescate e portano decorazioni geometriche policrome, le porte interne sono del XVIII secolo. Il vano scale presenta i vecchi pavimenti in pietra di Barge e i gradini in luserna.
Il fabbricato ospita gli uffici del Settore Cultura ed è sede di mostre temporanee.

Arch. Salvatore Vitale

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