La lapide di Massimiliano Corvo

La lapide del capitano Massimiliano Corvo, completa di stemma e fregi araldici, è datata al 1623 d.C. e svolge una duplice funzione, sepolcrale e celebrativa.
In marmo scolpito e inciso, il monumento è di proprietà civica, occupa uno spazio di 134 x 70 cm ed è iscritta in capitale epigrafica umanistica. Nella tabella è presente il seguente epitaffio, in traduzione: “A Dio Grandissimo – Al prefetto dei cavalieri Massimiliano Corvo sotto il serenissimo principe Sabaudo in Busca, morto durante il governatorato a 77 anni il 17 gennaio, affidandosi alla sicurezza di Dio, Sebastiano non diverso da lui pose nell’anno 1623”.
Sopra la scritta è visibile lo scudo sagomato e accartocciato, recante l’immagine del corvo e sormontato da un elmo con cimiero che raffigura un guerriero, la spada nella destra, sovrastata dal motto: si fatta sinant. Ai lati, nei cartigli: in domino confido e spes mea Deus.
L’opera è stata ricollocata nella posizione originaria, ovvero nel piano di calpestio della cappella delle famiglie Corvo e Rabbia che ospita la sepoltura del capitano lungo la navata sinistra della chiesa, nella quarta cappella a partire dall’ingresso.
Massimiliano Corvo partecipò attivamente alla vita politica della Cuneo del suo tempo. Oltre alle cariche civili cittadine, collaborò all’occupazione di Centallo nel 1588, alla difesa di Bersezio e di le Barricate, in valle Stura, nel 1590, fu nominato governatore di Roccasparvera nel 1591 e di Busca nel 1593.
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