Nel 2015, grazie all'accordo di Parigi, 194 paesi hanno concordato di mantenere la variazione media della temperatura globale al di sotto di 2 ° C e il più vicino possibile a 1,5 ° C entro la fine del secolo. A tal fine, hanno convenuto di presentare contributi determinati a livello nazionale (ovvero piani nazionali non vincolanti che evidenziano gli impegni assunti dai governi per contrastare il cambiamento climatico) che rappresentano i loro obiettivi individuali di riduzione delle emissioni. L'Unione europea è fermamente impegnata a favore dell'accordo di Parigi ed è un leader mondiale nell'azione per il clima, avendo già ridotto le sue emissioni di gas a effetto serra del 37 % dal 1990.
Alla conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici COP29 dell'11-22 novembre in Azerbaigian (Conference of Parties, la riunione annuale dei Paesi che hanno ratificato la Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici - United Nations Framework Convention on Climate Change, UNFCCC) , l'Unione europea collaborerà con i partner internazionali per conseguire gli obiettivi dell'accordo di Parigi. Il cambiamento climatico continua a essere un problema che non conosce confini e danneggia sempre più vite e mezzi di sussistenza in tutta Europa e nel mondo. Alla COP 29 le parti dell'accordo di Parigi devono garantire che i flussi finanziari globali siano sempre più allineati all'accordo di Parigi, sbloccando gli investimenti, attraverso l'adozione di un nuovo obiettivo comune quantificato sulla finanza climatica (NCQG, New Collective Quantified Goal on Climate Finance), che costituirà la principale priorità dei negoziati di quest'anno.
L'UE è attualmente il principale fornitore di finanziamenti internazionali per il clima, contribuendo con 28,6 miliardi di EUR in finanziamenti pubblici per il clima nel 2023 e mobilitando un importo aggiuntivo di 7,2 miliardi di EUR di finanziamenti privati per aiutare i paesi in via di sviluppo a ridurre le loro emissioni di gas a effetto serra e ad adattarsi agli impatti dei cambiamenti climatici. Mentre i paesi sviluppati dovrebbero continuare a guidare gli sforzi per mobilitare i finanziamenti per il clima, il conseguimento dell'ambizione per i paesi in via di sviluppo richiede un gruppo più ampio di contributori, nonché la mobilitazione di finanziamenti dal settore privato, fonti nuove e innovative e il lavoro sulle condizioni abilitanti a livello globale e nazionale. L'NCQG dovrebbe contribuire a rendere i flussi finanziari coerenti con l'accordo di Parigi e a modificare la natura del discorso multilaterale sui finanziamenti per il clima. Dovrebbe riconoscere la necessità di uno sforzo globale per mobilitare finanziamenti su vasta scala da un'ampia varietà di fonti, pubbliche e private, nazionali e internazionali.
Un altro elemento importante dei colloqui di quest'anno sarà riconfermare gli obiettivi energetici globali concordati lo scorso anno a Dubai per la transizione dai combustibili fossili, triplicare gli investimenti nelle energie rinnovabili e raddoppiare le misure di efficienza energetica entro il 2030. I negoziatori dell'UE si adopereranno per fissare obiettivi ambiziosi per i contributi determinati a livello nazionale (NDC, Nationally Determined Contributions) che saranno presentati da tutte le parti l'anno prossimo. L'UE ha avviato i preparativi per il suo nuovo NDC con la pubblicazione della comunicazione della Commissione sull'obiettivo climatico dell'Europa per il 2040 all'inizio di quest'anno. La Commissione intende presentare una proposta legislativa per sancire un obiettivo di riduzione delle emissioni del 90% per il 2040 nella normativa europea sul clima.
Il team di negoziazione dell'UE lavorerà inoltre per concludere i negoziati sui mercati internazionali del carbonio a norma dell'articolo 6 dell'accordo di Parigi. Con la crescente propensione globale per un rigoroso sistema di compensazione delle emissioni di carbonio e per il finanziamento di progetti di mitigazione e adattamento, è fondamentale mettere in atto standard comuni che dovrebbero essere basati su elevata integrità, addizionalità, durata e responsabilità.
Stando all'ultima relazione della Commissione europea sui progressi compiuti nell'azione per il clima, nell'UE le emissioni di gas a effetto serra sono diminuite dell'8,3% nel 2023 rispetto al 2022. Il dato conferma inoltre che l'UE resta sulla buona strada per conseguire l'obiettivo di ridurre le emissioni di almeno il 55% entro il 2030. Nonostante i risultati sostanzialmente incoraggianti evidenziati dalla relazione, i recenti eventi meteorologici estremi verificatisi in Europa sottolineano la necessità di un'azione costante in questo ambito. Negli ultimi 5 anni, grazie al Green Deal europeo, l'UE ha svolto un ruolo guida nella lotta ai cambiamenti climatici e al degrado ambientale. Ha adottato una serie di proposte per trasformare le politiche dell'UE in materia di clima, energia, trasporti e fiscalità in modo da ridurre le emissioni nette di gas a effetto serra di almeno il 55% entro il 2030, con l'obiettivo ultimo di azzerarle entro il 2050.
Gli interventi in questo ambito rimarranno una priorità nell'ambito del nuovo mandato della Commissione. L'UE continuerà inoltre a prodigarsi a livello internazionale, a partire proprio dalla COP29, per far sì che anche i nostri partner internazionali adottino le misure necessarie.
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