L’estate è alle porte e spesso, in questo periodo dell’anno, si parla di sicurezza per le acque di balneazione.
Secondo la relazione annuale sulle acque di balneazione pubblicata il 28 maggio 2024 dall'Agenzia europea dell'ambiente insieme alla Commissione, nel 2023 la stragrande maggioranza dei siti di balneazione in Europa, ovvero l'85,4%, ha soddisfatto i più rigorosi standard dell'UE.
Nello specifico, la relazione si concentra sulla sicurezza per la balneazione, attraverso il monitoraggio dei batteri che possono causare gravi malattie nelle persone. Se da un lato un'ampia maggioranza di siti ha soddisfatto i più elevati standard di qualità, la quasi totalità delle acque di balneazione identificate ufficialmente nell'UE (il 96%) rispettano almeno le norme minime. Fortunatamente, soltanto l'1,5% dei siti di balneazione sono caratterizzati da acque di scarsa qualità, il che significa che la balneazione potrebbe rappresentare un rischio per la salute delle persone.
Nonostante i dati positivi circa le ottime condizioni dal punto di vista batteriologico, purtroppo l'inquinamento delle acque superficiali e sotterranee rimane significativo e può essere aggravato dai cambiamenti climatici.
Nel 2006 è stata introdotta la direttiva sulle acque di balneazione, uno dei diversi atti legislativi dell'UE che proteggono le risorse idriche e che negli anni ha contribuito a migliorare la qualità delle acque. L’Unione europea si è dotata di un’attenta legislazione in materia, come la direttiva quadro sulle acque che, dal 2000, rappresenta il principale testo legislativo per la protezione delle acque nell'UE. Grazie a questi preziosi strumenti, la nostra Unione si prefigge l’obiettivo di garantire a cittadine e cittadini europei l’accesso a risorse idriche di buona qualità, oltre a garantirne il buono stato in Europa.
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