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27.10.2020 - Europe Direct

SURE: emessa la prima obbligazione sociale da 17 miliardi di euro

La Commissione Europea ha emesso la prima obbligazione sociale a titolo SURE da 17 miliardi di euro, divisi in una obbligazione da 10 miliardi con scadenza ad ottobre 2030 e una seconda da 7 miliardi con scadenza nel 2040.

Il SURE è uno strumento istituito tra le tante misure prese dall’Unione Europea per contrastare la crisi economica causata dall’emergenza sanitaria in atto. Tramite questa manovra, fortemente voluta dalla Commissione, è stato possibile fornire fondi agli Stati Membri per aiutarli nell’affrontare l’aumento della spesa pubblica, resasi necessaria per salvaguardare i posti di lavoro ed evitare qualunque tipo di licenziamento. L’acronimo SURE, infatti, sta per “Sostegno Temporaneo per attenuare i Rischi di Disoccupazione in un’Emergenza”, ed è un contributo per garantire una maggiore tutela dei posti di lavoro a rischio per la pandemia.

È stato possibile emettere già due obbligazioni poiché vi è stato un grande interesse da parte degli investitori, tanto che la domanda ha superato di 13 volte l’offerta. Ciò ne ha conseguito che le condizioni di prezzo delle commissioni fossero oltremodo favorevoli con valori modesti per i volumi immessi sul mercato.

Le banche di cui la Commissione si servirà sono Barclays (IRL), BNP Paribas, Deutsche Bank, Nomura e UniCredit, e i fondi verranno direttamente trasmessi in forma di prestiti ai 17 Stati Membri che già ne hanno fatto richiesta.

La Presidente Ursula von der Leyen si ritiene soddisfatta e orgogliosa della misura adottata, affermando che: “Per la prima volta nella storia la Commissione emette obbligazioni sociali sul mercato per raccogliere fondi che contribuiranno a conservare l’occupazione. Si tratta di un passo senza precedenti, all'altezza del periodo eccezionale in cui ci troviamo”.

Lo strumento SURE, infatti, è un contributo unico e mai attuato fino a questo momento e la Commissione europea si ritiene pronta ad emettere obbligazioni sociali fino a 100 miliardi di euro pur di salvare i posti di lavoro dei cittadini europei.