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Programmi per la riqualificazione urbana, lo sviluppo sostenibile e l'ambiente:

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dai programmi complessi alle politiche integrate di sviluppo urbano

Le politiche pubbliche per il territorio e la città, a partire dagli anni ’90, vengono caratterizzate da significative trasformazioni in termini di processi di programmazione e di tipologia di strumenti di intervento e tra le prime iniziative è utile ricordare i “Programmi Integrati” della Legge 203/1991 che tentano di definire un nuovo ruolo del soggetto privato in termini di partecipazione attiva alle politiche pubbliche dell’edilizia residenziale. A Cuneo l’esperienza dei Programmi Integrati ex L.203/1991 viene attivata, solo recentemente, su iniziativa della Società Co.Ge.In su aree in località Piccapietra – Madonna dell’Olmo, prevedendo un insediamento residenziale di carattere pubblico-privato, riservato in parte alle Forze Armate e di Polizia.
Con le Leggi 179/1992 e 493/1993 vengono introdotti rispettivamente i “Piani integrati” e i “Programmi di Recupero Urbano – P.R.U.”, entrambi promossi dai Comuni, sono rivolti alla riqualificazione del tessuto urbanistico, edilizio ed ambientale e caratterizzati dalla presenza di una pluralità di funzioni e dalla integrazione di diverse tipologie di intervento con la partecipazione di soggetti sia pubblici che privati.
Si avvia così un’importante processo di trasformazione che, nel definire un nuovo assetto “politico” dei partners responsabili del “governo” del territorio, introduce nuove procedure e nuovi strumenti operativi per l’attuazione dei programmi urbani e per l’utilizzo delle risorse, spostando sempre più l’asse di gestione e controllo dal livello centrale (Stato) al livello locale (Regioni ed Enti Locali)
Nel 1998 i P.R.U.S.S.T (Programma di Riqualificazione Urbana e Sviluppo Sostenibile del Territorio) vengono concepiti come strumento di programmazione integrata e negoziata, fortemente caratterizzati dall’intento di coinvolgere più settori complementari (turismo, commercio, artigianato, industria, ambiente, beni culturali, infrastrutture, trasporti urbani, solidarietà sociale) tenendo in forte considerazione il rapporto dialettico dei processi sociali, economici ed occupazionali con lo sviluppo sostenibile dei territori e delle città.
Proprio la spinta innovativa in tema di sviluppo sostenibile, contenuta nei Documenti dell’Unione Europea e nelle politiche di distribuzione dei fondi strutturali europei dei periodi (2000-2006) e (2007-2013) determina un ulteriore rinnovamento degli strumenti per l’attuazione delle politiche integrate di sviluppo urbano.
L’efficacia dell’incontro tra logiche urbanistico-territoriali ed economico-sociali, testimoniata dalle esperienze dei P.R.U.S.S.T e dei Programmi URBAN, viene successivamente integrata con la messa a sistema tra “azioni fisiche” sulla città (opere pubbliche, attrezzature, rinnovamento urbano ed edilizio) e “azioni immateriali” di governo della città e del territorio.
Coerentemente a questa impostazione vanno definititi “i luoghi” in cui costruire ipotesi di riqualificazione urbana e territoriale, all’interno dei quali far confluire il rinnovamento economico e sociale e quant’altro sia utile per restituire dignità e vivibilità agli spazi abitati e competitività ai territori. Con questa logica, a partire dal 2002, viene varata una nuova generazione di programmi innovativi in ambito urbano e territoriale attraverso una varietà di “Bandi” promossi sia a livello ministeriale che regionale: i Contratti di Quartiere, il Programma Integrato di Sviluppo Locale – P.I.S.L. e il Programma Territoriale Integrato – P.T.I.
La modalità “concorsuale” di accesso ai finanziamenti mediante la candidatura di “proposte di programma” costituisce il principale carattere distintivo dei nuovi programmi e promuove presso molte amministrazioni locali, una notevole spinta a maturare comportamenti amministrativi e capacità tecnico-professionali innovative, in grado di “governare”, in prospettiva, tendenze e domande sociali emergenti.

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